sabato 10 maggio 2014

Al bar

Era una situazione imbarazzante, ma chi glielo aveva fatto fare!
Si sentiva un idiota, seduto al tavolino di quel bar ad aspettare. Chi? Perché?
Aveva fatto male ad arrivare così in anticipo, si sarebbe potuto risparmiare quell'attesa snervante che faceva solo aumentare le perplessità.
A un tratto avvertì un odore puzzolente provenire dalla sua destra, era l'alito fetido del cameriere che gli si era materializzato accanto.
"Cosa prende?"
"Un tè con biscottini."
Per levarselo di torno aveva detto la prima cosa che gli era venuta in mente.
Così tutto d'un fiato, in apnea.

Appena il cameriere si allontanò e l'aria ridivenne respirabile, prese con noncuranza il giornale che si era portato come segno di riconoscimento, e finse di leggere.
Era arrivato alla pagina sportiva quando dal puzzo di topo morto, capì che il cameriere era tornato.
Per evitare l'alito, lasciò cadere il giornale a terra, e trattenendo il respiro si abbassò per raccoglierlo, giusto il tempo che occorse per posare sul tavolino la teiera, la tazza con una bustina di zucchero, un piattino con dei biscotti e un bicchiere d'acqua.
Finalmente il cameriere scomparve, versò il tè nella tazza e aggiunse tutta la bustina di zucchero mescolando bene.
Tentò di assaggiarlo, si bruciò la lingua.
Aspettò un paio di minuti, e riprovò, riuscì a sorseggiarlo, era un po' amaro. Decise che era preferibile berlo così piuttosto che chiamare il cameriere per lo zucchero.
Prese un biscotto, si accorse troppo tardi che la marmellata abbondante gli si era appiccicata sulle dita. 
La giornata prometteva bene …
Lei sarebbe arrivata e di certo le avrebbe dovuto stringere la mano, bisognava pulirsi.
Ma come fare senza alzarsi, lei poteva arrivare da un momento all'altro.
Sorrise nel trovare la soluzione sul tavolo, il bicchiere d'acqua.
Si guardò attorno e appena fu sicuro di non essere osservato immerse le dita nel bicchiere.
Si asciugò con un tovagliolino, guardò l'orologio. Ci siamo, pensò. Riprese il giornale, rinunciò definitivamente al tè e ai biscottini.
Pochi istanti gli occhi sulla carta stampata e la sua attenzione si pose su una figura femminile con un cagnolino al guinzaglio, che sembrava diretta proprio verso il suo tavolo.
Era una signora molto attraente ed elegante.
Sperò che fosse lei.
Restò deluso quando gli passò vicino e lasciando una scia di profumo si sedette nel tavolino a fianco al suo, dove c'era un uomo ad aspettarla.
Soltanto il cagnolino sembrò interessarsi a lui, passandogli accanto gli aveva leccato la mano che sapeva ancora di marmellata.
Riuscì a stento a controllare la sua ira nei confronti di quella bestiolina.
Fortunatamente c'era ancora il bicchiere d'acqua.
Con molta circospezione lavò nuovamente le dita e le asciugò.
Riaprì il giornale, e stava iniziando a guardare la pagina degli spettacoli, quando sentì una voce che gli fece alzare gli occhi.
"Marcello? Sei tu? Sono Samantha"
"Piacere, accomodati."
Sul momento non fece caso alla stretta di mano sfuggente e nello stesso tempo ruvida di lei, ma quando furono seduti, e poté osservarla più da vicino, qualcosa nei tratti del viso cominciò a insospettirlo.
Quando cominciarono a parlare, notò quel timbro di voce strano. Capì.
In quell'istante decise che non avrebbe risposto mai più ad annunci per cuori solitari. Samantha, intanto, chiese un bicchiere d'acqua, sentì la sua voce dirle: "Bevi questo, non l'ho toccato."

Pippo Tarantino

5 commenti:

  1. Ahahahah, ma la vendetta non è un piatto che va gustato freddo?
    Molto divertente, bravo " mio omonimo"
    Nina

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  2. Invidio la tua capacita' di sintesi. E, ovviamente, la costruzione della storia.
    Bravo!
    Rino

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  3. Bel pezzo, cattivo al punto giusto.
    L.I.

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  4. L'alito fetido del cameriere riflette il disagio del protagonista e la puzza di fregatura. Bel pezzo Pippo, benvenuto su AaS.

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  5. Ninone, il tuo primo "esercizio" rimane sempre uno dei più riusciti!!
    Ciao, Antonella R.

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