venerdì 30 maggio 2014

Morte di Delia Altavilla

 Da tempo, avevo un tarlo che mi rodeva in testa ... diverse frasi si affastellavano nel mio cervello, non dandomi modo di riposare: “Hai già pronto il racconto?”; “Quando puoi mandarmi la versione definitiva?”; “Mi raccomando, però: la voglio in formato “word”, perché sennò non posso apportarvi le mie correzioni!” ...
Uffa questa Delia! Una vera aguzzina!! Non ce la facevo proprio più! Dovevo farla sparire!!
Venne la veglia di un dì di festa. La gente si sarebbe staccata dall'ambiente cittadino, per andare a trascorrere le belle giornate con una gita fuori porta.
Ne approfittai per invitare Delia a visitare la mia campagna. Le telefonai, quindi, e, come esca, le dissi che avevo pronta la versione finale del mio racconto e che mi avrebbe fatto piacere leggergliela in un ambiente bucolico, più consono a quella giornata. Appena sentì le poche parole, che si riferivano al racconto, quasi scattò sull'attenti e, senza perdere nemmeno un secondo rispose, quasi a togliersi il fiato, che non stava nella pelle di sentirlo!

venerdì 23 maggio 2014

La lettera

Porto Marina, 4 settembre.

Delicato, ovattato. Il lieve rumore provocato da un telefono cellulare in modalità "silenzioso" poggiato sul comodino, può apparire gradevole. Mi piace. Lo preferisco al trillo invadente di una suoneria. Adoro quel movimento impercettibile, discreto.

Ciao Dora, avrai già capito chi ti sta scrivendo dopo tanti anni di silenzio.
Te lo chiedo subito e brutalmente: sei tu?

venerdì 16 maggio 2014

Tra l'ugola e il palato


Nel misero tentativo di liberarmene mi è rimasta conficcata tra l'ugola e il palato.
Tra la marea di pensieri che ho ci mancava solo questo!
Tento di muovere i muscoli facciali senza consumare alcuna fatica in una vana condivisione del dolore. L'incontro di quella maledetta spina con le pareti della mia cavità orale sta turbando la mia esistenza. Uno svilimento fisico si ripercuote sulla mia persona: non riesco a deglutire, non riesco a respirare...
Socchiudo le labbra. La mia bocca è diventata di cristallo - che si è rotto un bicchiere e fa rumore. Vomito sangue. Punto i miei occhi confusi nei tuoi, pensieri che urlano dentro la mia testa. Resto un passo indietro. A piedi nudi agito le foglie di una palma. 
Attendo che sputi i suoi frutti e poi muoia.

Antonella Tarantino

sabato 10 maggio 2014

Al bar

Era una situazione imbarazzante, ma chi glielo aveva fatto fare!
Si sentiva un idiota, seduto al tavolino di quel bar ad aspettare. Chi? Perché?
Aveva fatto male ad arrivare così in anticipo, si sarebbe potuto risparmiare quell'attesa snervante che faceva solo aumentare le perplessità.
A un tratto avvertì un odore puzzolente provenire dalla sua destra, era l'alito fetido del cameriere che gli si era materializzato accanto.
"Cosa prende?"
"Un tè con biscottini."
Per levarselo di torno aveva detto la prima cosa che gli era venuta in mente.
Così tutto d'un fiato, in apnea.

giovedì 1 maggio 2014

I danni del Primo Maggio


Non si curò dell'acqua fredda e si tuffò.
Sua madre aveva fatto tre teglie di pasta col forno; ci aveva messo così tanti ingredienti e così tanto amore. Era ricca di tutte le verdure presenti al mercato, tritato, pezzi di carne, formaggi, salumi e non poteva rinunciare a mangiarla. Due piatti e non ci pensò più. Sarebbero state sufficienti quattro ore per digerire: non ci fu tempo. Faceva troppo caldo, tirava un vento di scirocco, 40 gradi all'ombra. Non si curò dell"acqua fredda e si tuffò a mare.
Morì sul colpo.

Antonella Tarantino