venerdì 18 aprile 2014

Giocando con le parole (casa, introspezione, cattedrale, assenza, aviatore, barca, egagropile)

Da casa uscì prestissimo, si precipitò in spiaggia. Il sogno della notte l’aveva profondamente scossa. Passeggiò lentamente in riva al mare, ascoltando lo sciabordio dell’acqua. Quel suono l’aveva sempre rilassata, fin da piccola quando andava a mare con i suoi. Aveva già allora un carattere tendente all’introspezione e sarebbe stata tutto il tempo a fare il “morto a galla” finché le mani non le si sarebbero rattrappite. A suo fratello invece piaceva giocare con la sabbia, costruire castelli e ogni tanto lo aiutava portandogli qualcosa con cui decorarli. Lui era molto esigente: “Mi servono due conchiglie e un sassolino bianco.” Se non fosse riuscito a trovarli si sarebbe di sicuro messo a piangere quel piccolo Renzo Piano. 

Quando lui era venuto a mancare il cuore le si era frantumato come una cattedrale disintegrata dal tritolo. Erano passati gli anni ma le pesava ancora molto la sua assenza e certe volte faceva degli incubi in cui riviveva l’incidente: loro che ridevano sul motorino, l’asfalto bagnato, lui che vedeva l’auto troppo tardi, la frenata, lo schianto, il buio. 


Quella notte però il sogno era stato diverso, sulla moto lui c’era salito da solo e aveva un cappello da aviatore in testa. Partiva salutandola con un sorriso. Lei preoccupata lo seguiva con lo sguardo fino a quando scompariva alla vista. Si chiedeva adesso quale fosse il significato di quel sogno e pian piano passeggiando arrivò vicino a una barca spiaggiata, ormai in disuso da tempo. La vernice sbiadita si staccava a pezzi, il legno rovinato dalla salsedine. Entrò dentro la barca e si distese su una vecchia rete. Le arrivò forte l’odore di alghe e sale che a molti dà fastidio ma che a lei piaceva. Si rilassò, cullata dalle onde che si infrangevano poco lontano. Ora era un egagropile che lentamente rotolando diveniva sempre più grande.

Annalisa Balistreri

16 commenti:

  1. Non servono parole per esprimere il mio apprezzamento a tale racconto. Solo applausi! Clap, clap, clap.

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    1. All'applauso posso rispondere solo con un inchino e un sorriso. Grazie Sabino.

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  2. ebbrava Annalisa con questo racconto di rimozione/rielaborazione di un trauma, brava assai assai!!!
    gd

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  3. Questo racconto lo conoscevo ma ogni volta che lo leggo mi emoziona. Non ci sono paroloni per descrivere il dolore, un'unica immagine forte (quella della cattedrale) basta, in fondo il dolore per la perdita di un fratello non c'è bisogno di dire quanto sia grande. Tu questo l'hai capito, e allora hai fatto parlare immagini, suoni e odori: grandioso!

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    1. Grazie per questo bellissimo commento. Saper che ciò che scrivo emoziona gli altri come ha emozionato me è la cosa più bella che posso sperare.

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  4. Che bello il tuo pezzo, Annalisa!
    Io mi sono sentita come la cattedrale disintegrata dal trirolo del tuo racconto, quando ho perso la mia amica Stefania di ventinove anni per un tumore: il 24 di questo mese fanno già otto anni che non c'è più. E' un dolore che non ti abbandona: rimane lì silenzioso, latente, strisciante e quando meno te lo aspetti, riaffiora dall'abisso dove lo hai volutamente collocato.
    Brava: questo tuo post è stato un modo per ricordarla.
    Grazie.
    L.I.

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    1. Mi dispiace per la tua amica Lucia, la perdita di una persona cara è un vuoto che non si può colmare. Sta in noi però la forza per continuare, certi che ci ha lasciato vuole la nostra felicità. Un abbraccio.

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  5. Mizzica, il ritmo lento è quello del ricordo, tutte le pause inserite con la punteggiatura al punto giusto riescono a creare veramente l'effetto lento.
    Complimenti!

    FedericoMoccio

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    1. Grazie Fede per aver apprezzato l'aspetto tecnico del racconto. L'obiettivo di migliorare lo stile di scrittura in me è costante.

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  6. Complimenti Annalisa, questo è un esercizio di scrittura ben riuscito, e poi ci hai fatto scoprire l'esistenza di una parola nuova. Brava!
    Nina

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    1. Mi ha fatto piacere condividere questa parola, per me densa di significati, con voi. Forse qualcuno mi avrà odiato per avergli complicato la vita ma sono contenta che altri,come te,lo abbiano apprezzato.

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  7. Breva come una poesia il testo per raccontare un dolore intenso, improvviso; il dolore per una perdita irrimediabile.
    Rosa L.

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  8. Bello, semza altro aggiungere!

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  9. davvero un bel pezzo, denso e commovente :')

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