Nel misero tentativo di liberarmene mi è rimasta conficcata tra l'ugola e il palato.
Tra la marea di pensieri che ho ci mancava solo questo!
Tento di muovere i muscoli facciali senza consumare alcuna fatica in una vana condivisione del dolore. L'incontro di quella maledetta spina con le pareti della mia cavità orale sta turbando la mia esistenza. Uno svilimento fisico si ripercuote sulla mia persona: non riesco a deglutire, non riesco a respirare...
Socchiudo le labbra. La mia bocca è diventata di cristallo - che si è rotto un bicchiere e fa rumore. Vomito sangue. Punto i miei occhi confusi nei tuoi, pensieri che urlano dentro la mia testa. Resto un passo indietro. A piedi nudi agito le foglie di una palma.
Attendo che sputi i suoi frutti e poi muoia.
Antonella Tarantino
Bravissima Antonella, che ritmo, che sintesi. Un bello scritto
RispondiEliminaGrazie Clotilde, il ritmo è mio compagno per colpa di una maledetta spina! ahahah
EliminaNina
ninà splatter.... hai scritto questo pezzo digitando sulla tastiera con i tacchi dei tuoi stivali?
RispondiEliminagd
Si certo, a piedi nudi non sarebbe stato così! I tacchi possono diventare arrma di difesa personale. Ahahah
EliminaNina
Nina niente spine da noi. Solo torte rotonde senza spigoli. Brava .
RispondiEliminaAnche la rosa ha le spine ma è tra i fiori più belli...
EliminaGrazie!
Nina
Il bello deve proteggersi spesso da sè, ben vengano le spine tanto chi vuole arrivare al centro della rosa saprà bene come muoversi. Brava Nina.
RispondiEliminaGrazie Adele ho dovuto imparare tecnica di difesa, ahimè|
RispondiEliminaNina
Tanto piccolo quanto intenso, mi ha colpito in particolar modo l'immagine della palma: la spina che diventa frutto da sputare. Morte necessaria a cui si assiste senza far niente.
RispondiEliminaAnnalisa
EliminaLa morte nel ciclo della vita. Grazie Annalisa
EliminaNina